Marco Boato - attività politica e istituzionale | ||||||||||||||||
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Roma, Camera dei Deputati, 4 maggio 2002 MARCO BOATO, Relatore. Signor Presidente, per quanto concerne il merito rinvio alla relazione scritta e a quella orale svolta nella seduta del 6 maggio, ma mi preme evidenziare che, raramente - eccezion fatta per il collega Cirielli, la cui posizione comunque rispetto -, un relatore può affermare di aver condiviso, dalla prima all'ultima parola, tutti gli interventi svolti in aula. Mi riferisco a quelli dei colleghi Bressa, Mazzoni, Zanettin, Acquarone, Pisapia, Trantino, Fontanini, Montecchi, Spini, Villetti, Cossutta e, da ultimo, del presidente Bruno. Ritengo sia giusto ringraziare anche il Presidente Casini, che ha condiviso questa spinta ad esaminare rapidamente in aula la modifica che estromette definitivamente la pena di morte dalla nostra Costituzione, modificando il quarto comma dell'articolo 27. Vorrei anche ricordare - ne ho parlato nella relazione scritta e lo ha fatto la collega Mazzoni - che è aperto alla firma il protocollo n. 13 allegato alla Convenzione per la tutela dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali con il quale, anche a livello di Consiglio d'Europa, viene definitivamente abolita la pena di morte, senza possibilità di eccezione alcuna. Dunque, questa modifica all'articolo 27 della Costituzione diventa la precondizione affinché l'Italia possa pienamente aderire anche a questo protocollo aggiuntivo. Signor Presidente, concludo non solo ringraziando tutti i colleghi ed esprimendo rispetto per il collega che ha manifestato una posizione diversa - che, ovviamente, non posso condividere -, ma anche tutte le associazioni internazionali che - in questi anni, in questi decenni e ancora in questi giorni - si sono battute contro la pena di morte. Ne voglio citare due in particolare: Amnesty International, già ricordata dal collega Pisapia e l'associazione radicale Nessuno tocchi Caino. Si tratta di due associazioni che hanno svolto un ruolo fondamentale anche per contribuire al risultato storico al quale si accinge il nostro Parlamento con l'approvazione del presente provvedimento.
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MARCO BOATO |
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